È molto affascinante sapere come nasce una perla.
La perla è simbolo di bellezza, purezza, preziosità, ricchezza, nobilitá, eleganza.
La perla vera è molto copiata, riprodotta, ma la vera e originale presenta delle sfumature e dei giochi di luce non riproducibili.
È l’esempio più grande di trasformazione positiva, quella dell’ostrica.
Una perla si forma quando un corpo estraneo, come parassiti o pezzi di conchiglie, si ferma nella sua cavità. Esso viene ricoperto da strati successivi di madreperla allo scopo di difendere i tessuti dell’animale dall’irritazione.
Quando le entra dentro qualcosa che la ferisce, non si mette a urlare, non si dispera, non si abbatte.
Giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in perla.
Stupenda, la lezione dell’ostrica.
Quando le entra qualcosa che non le va, non fa di tutto per toglierlo, ma lo accetta, e lo trasforma.
Lo trasforma in qualcosa di meraviglioso, di luminoso., di prezioso.
La grazia dell’ostrica la rende capace di produrre meraviglie dal suo stesso dolore.
Quante volte entra nella nostra vita qualcosa di doloroso. Una preoccupazione, un disagio, una ferita emotiva, una delusione.
Dai motivi di dolore più piccoli ai più grandi.
La prima reazione sarebbe quella di mandare via queste sensazioni, vorremmo sempre essere forti.
Ma è proprio quando iniziamo ad accettare la nostra vulnerabilità, la nostra fragilità, e non la neghiamo, ma la guardiamo in faccia, che abbiamo l’opportunità di crescere. E generare perle.
Ed è proprio quella sofferenza, quel corpo estraneo, che a volte ci rende persone migliori.
Più capaci di riconoscere ciò che vale. Più empatici. Più profondi. Più consapevoli.
Capaci di brillare. Di brillare e di riflettere anche la luce degli altri.
Ebbene sì, il valore delle perle non si distingue solo dal colore, ma anche dalla forma e dal lustro, cioè la luce che riesce a riflettere.
E noi, siamo capaci di riflettere la luce degli altri?
Siamo capaci di valorizzare la loro bellezza, oltre che la nostra?
Non importa se rimaniamo chiusi nel nostro guscio per un po’. È normale. È fisiologico.
E questo insegna anche che molte persone, chiuse nel loro guscio, magari stanno solo trasformando il loro dolore in perla.
Oggi più che mai, in tempi di emergenza, auguro a ognuno di noi di avere cura del proprio guscio, affinché tutte le difficoltà levighino la nostra capacità di brillare, riflettere la luce e trasformarci in bellissime perle.
Una profonda lezione di crescita personale.
Ricevuta da un’ostrica.