Abbiamo deposto le nostre scarpe. Inno all’essenzialità della vita

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Abbiamo deposto le nostre scarpe, i tacchi, tutte.

Tutte le sfilze di modelli di scarpe, borse, sono posate li. 

Sono a riposo, le abbiamo tolte per rimanere in ciabatte o scalzi. 

Non le usiamo quasi più.

I nostri vestiti più alla moda, per tutte le occasioni sono nell’armadio. 

I gioielli anche. 

Le cose non necessarie, stanno rimanendo li. 

Lo smalto gel, la tinta ai capelli, il trucco. Tutto ha una pausa. 

E così ci rimettiamo nei panni dei noi stessi più veri. 

Quelli struccati. 

Quelli con la ricrescita sregolata. 

Quelli del mollettone per capelli. 

Quelli più autentici. 

Più in linea con la nostra natura. 

Forse è ora che potremo accettarci davvero. 

Forse è ora che capiamo chi ci ama così come siamo, e nonostante quello che siamo. 

 

Forse impariamo a capire cosa vale davvero. 

Di cosa si può fare a meno. 

Di cosa invece no. 

La salute.  

Le persone che ami sotto lo stesso tetto, nello stesso comune. 

Il cibo. 

Qualche buona lettura.

ammasso di scarpe

Il resto può aspettare. 

Le scarpe restano lì. 

I vestiti anche.

I gioielli anche. 

 

E se anche lì volessimo usare, finalmente li useremo per noi. Per noi stessi. Per la gioia di darci valore come esseri umani. 

Non per la smania di strafare e competere e superare. 

 

Forse è meglio che le scarpe restino li. 

Che ci accettiamo così. 

Spogliati. 

Vulnerabili.

Anche fragili. 

 

Quando rimetteremo quelle scarpe e quei vestiti e usciremo nella vita comune, daremo un valore diverso. 

 

Per il momento. Lasciamole li.

"Se potessi tornare a vivere comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera e resterei scalzo sino alla fine dell'autunno."
Bresson
Don Herold

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