C’è una cosa meravigliosa che ho riscoperto in questo periodo di emergenza: quanto è bello ritornare a guardarsi negli occhi.
Mi sono trovata, per motivi lavorativi, a stare in ascolto di due amiche e colleghe parlando di temi educativi.
Avevamo tutte la mascherina, e distanti un metro ci ascoltavamo.
Sono solita partecipare attivamente nei discorsi con la mia opinione, ma la mascherina che avevo indosso mi ha invogliato in maniera naturale a una dote bellissima, spesso trascurata. L’ascolto.
La bocca tappata, ostacolata, protetta, quasi era un monito per me per ascoltare di più e parlare di meno.
L’ascolto, quale meravigliosa scoperta.
Quante volte ci troviamo ad ascoltarci in questi giorni. Ascoltare le vicendevoli preoccupazioni, le paure, le ansie, ma anche le opportunità, i cambiamenti, quel cambiare pelle così faticoso ma vitale a cui siamo indirizzati.
Ma c’è qualcosa di ancora più bello e emozionante che mi ha portato a riflettere.
Mentre ascoltavo, guardavo gli occhi di queste due persone, con le quali passo il 60% delle mie giornate, alle quali voglio un gran bene e che conosco altrettanto bene.
Mi sono resa conto che non li avevo mai visti così belli, i loro occhi.
O meglio, che forse non li avevo mai guardati con così tanta attenzione. Confusa e attratta da altri dettagli che uno può avere nel viso, o dagli schermi dei telefoni, o dalla distrazione di mille stimoli.
Guardando dritto da occhi ad occhi, ho visto tanta bellezza.
Ho visto sfumature di colori speciali.

Anche Galimberti, parlando del nichilismo dei giovani, incita gli adulti a guardare bambini e ragazzi negli occhi, per capire se sono felici e come si sentono. É più importante di un voto. Più importante di un test.
Quanto si può leggere negli occhi di una persona.
Tristezza. O gioia. O qualcosa di misterioso che si cela e non si svela.
A volte leggiamo storie bellissime.
Fantastichiamo.
C’è una citazione molto bella di Pablo Neruda, che adoro e che ho sempre conservato preziosa nelle mie storie d’amore:
“Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti”
Vorrei proprio essere capace di estrarre le storie di bellezza dagli altri.
Chiunque di noi vorrebbe qualcuno che ci guardi con meraviglia e incanto negli occhi e sappia riconoscere la storia che abbiamo dentro. E che ce la racconti.
Caro Covid, mi hai dato una lezione (tante, in realtà).
Guardare negli occhi è potente.
Guardare negli occhi è sublime.
È intenso.
Ricordo mia madre un giorno che mi disse “ci si innamora con gli occhi”, un bel cibo, una scarpa in una vetrina, un tramonto, una persona”.
Gli occhi sanno donare e cogliere attimi di bellezza di cui ci si può innamorare.
E auguro a tutti noi, di re-innamorarsi, di noi, della vita, delle persone che abbiamo intorno, guardandoci e guardandoli con gli occhi profondi e intensi come quelli che si celano dietro le nostre mascherine quotidiane.
