Resilienza: modificarsi per diventare più forti

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  • Articolo pubblicato:Agosto 17, 2020
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C’è una parola molto affascinante che conserva un significato molto profondo per la crescita personale: resilienza. 
Vediamone il suo significato. 

Resilienza Deriva dal latino resilire, cioè rimbalzare. 

La sua definizione dall’enciclopedia Treccani è la seguente:
1. Nella tecnologia dei materiali, la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto: prova di r.; valore di r., il cui inverso è l’indice di fragilità. 
2. Nella tecnologia dei filati e dei tessuti, l’attitudine di questi a riprendere, dopo una deformazione, l’aspetto originale.
3. In psicologia, la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, ecc. 
 
Il suo contrario è “fragile”. 

A livello di materiali, si riferisce alla capacità di subire un colpo, una modifica e tornare ad essere come prima. Senza rompersi.

Proviamo a visualizzare un’immagine. 

Accade un problema, un cambiamento, si rimbalza, ci si sposta per non essere travolti, ma poi si ritorna alla situazione di prima, un po’ diversi ma della stessa sostanza. 

Resilienza ispirazione bamboo

Ho trovato una semplicissima e veloce favola attribuita a La Fontaine, che ci spiega bene la differenza tra chi è capace di accogliere le difficoltà lasciandosi trasformare, e chi invece si crede invincibile, ma poi finisce per spezzarsi

 

LA QUERCIA E LA CANNA

In un campo erano cresciute vicine una quercia e una canna. La quercia, abbassando lo sguardo alla canna, le disse: “Come sei sfortunata! Al primo soffio del vento ti pieghi fino a toccare la terra; io, invece, sono forte e robusta e non mi sposto di un millimetro; se solo fossi cresciuta vicino al mio tronco, avrei potuto proteggerti io!” Ma la canna le rispose: “So che mi dici così perché sei mia amica e vorresti proteggermi, ma non preoccuparti. Il vento mi piega, ma non mi spezza; tu piuttosto, fino a che punto riuscirai a resistere?”.

Poi giunse il vento del Nord, così forte come non si era mai visto e piegò la canna fino a terra. Quando il vento si fu calmato, la canna tornò dritta come prima; la quercia, invece, era stata spezzata e giaceva per terra, con le radici al vento.

La riflessione che mi viene spontanea é, vale la pena di crederci invincibili a tutto, magari snobbando gli altri, oppure solo quando si accoglie la difficoltà, si può ottenere una trasformazione positiva? 

La canna sembra proprio portarci una lezione di vita importante

Fa male al proprio orgoglio spezzarsi, é vero, quando si sta male si vorrebbe subito tornare come si era prima, ma quella piegatura, quella flessibilità, quel concedersi di essere vulnerabili sarà quello che ci renderà più forti dopo

Ciò che mi ha più sorpreso della definizione di resilienza, é che è il contrario di fragilità. 

Pensate un po’, noi che pensavamo di essere fragili perché ci pieghiamo al vento, ci concediamo di stare anche con le nostre emozioni più dolorose, accogliamo dei momenti di sconforto o dei periodi difficili, noi che ci pensavamo così fragili… e invece no!

Un po’ come un bambino che impara a camminare o ad andare in bici, si sbuccia le ginocchia, si rialza, ma poi ci riprova fino a che diventa solido e sicuro. 

Allora a tutti noi, l’augurio di rimbalzare, di fronte alle difficoltà, fare quel salto che sia come una danza dell’anima

"La resilienza appartiene a chi traccia strade dove c’erano ostacoli, a chi camuffa una caduta con un magnifico volo, a chi sa che qualcosa sta nascendo, proprio lì, sotto quel sasso arido e sterile che tutti ignorano."
Fabrizio Caramagna

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