Sedurre con la cultura. Il ruolo dell’insegnante secondo Galimberti

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La cultura seduce. Ogni insegnante dovrebbe farsi interprete della cultura in forma seduttiva.

Questo sostiene Umberto Galimberti, filosofo, sociologo, psicoanalista e accademico, giornalista italiano.
Di recente, ascoltando una sua conferenza, sono rimasta profondamente colpita dall’accento che egli ha posto sulle qualità umane che dovrebbe avere e coltivare chi fa scuola. Parlando di nichilismo dei giovani, infatti, ha spostato l’attenzione sull’adulto, sulla grande responsabilità che abbiamo nello stimolare i giovani, spronandoli a tirare fuori il meglio di sé.

I docenti dovrebbero ESSERE CARISMATICI, SAPER COMUNICARE, allenare la propria e l’altrui EMPATIA”, esprime Galimberti.
Un prof che demotiva, sarebbe dannoso per il percorso scolastico degli alunni, anche perché ciò che viene messo in atto in classe non è solamente un passaggio di informazioni, ma una ricerca di soluzioni. È stato suggestivo come abbia suggerito la visione di “intelligenza” proprio come risoluzione di problemi.

La scuola è una palestra di vita, un allenamento per la propria crescita come persone e non solo come alunni.

"Tutti possono migliorare a dispetto delle circostanze e raggiungere il successo se si dedicano con passione a ciò che fanno"
Nelson Mandela
Nelson Mandela

Galimberti invita a riflettere su come esista un transfert tra alunno e professore, tale per cui l’adulto rimane comunque un esempio di riferimento, come a casa lo è il padre o la madre.

Il suo animo si scalda e la sua voce si alza nel dire che è necessario guardare negli occhi gli alunni ogni volta che si entra in classe: “Ma li guardi negli occhi?” – incita Galimberti come se si rivolgesse agli insegnanti.

Poi, fa delle domande aperte, sempre rivolgendosi agli insegnanti più meritevoli: “Sono empatici? Sanno affascinare? Sanno sedurre con la cultura? Solo così potrebbero fare i prof, e dovrebbero studiare psicologia dell’età evolutiva, e fare corsi di teatro”.

Cita come esempio Roberto Benigni, che quando spiega la Divina Commedia ti innamora follemente e te la lascia impressa nella memoria come qualcosa di affascinante.

Il segreto, secondo me, è toccare il cuore, toccare l’anima di chi hai davanti.
Solo così, sia la persona che i contenuti trasmessi rimarranno indelebili, per tutta la vita.
Evviva allora i docenti affascinanti, che sanno esprimere i contenuti con bellezza, passione, creatività.

"Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve"
Anais Nin
Anaïs Nin

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